Lo sapevate che una Fiat Panda elettrica esiste dagli anni ’90: il nome dice già tutto

In pochi sanno che la Fiat mise in produzione oltre 30 anni fa una Panda elettrica, ben prima insomma della svolta di questi anni.

Dopo la versione hybrid, tra le più apprezzate e vendute in Italia, Fiat sembra voler procedere a breve anche a una versione elettrica della Panda. A inizio anno Stellantis, parlando dei risultati del gruppo franco-italiano nel 2022, ha annunciato l’ampliamento della gamma elettrica del gruppo, che crescerà dai 22 modelli attuali fino ai 42 del 2024. E in particolare si parla di un deciso rilancio del brand Fiat, che riguarderebbe un restyling deciso anche dei modelli tutt’ora in produzione, con la piccola del gruppo torinese che potrebbe quindi cambiare di nuovo pelle.

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Un recente modello della Fiat Panda (ANSA) – mondofuoristrada.it

Già in questo 2023 questo modello sarà rinnovato anche dal punto di vista degli ADAS e del sistema multimediale per venire incontro a i più recenti standard, ma il prossimo passo sa davvero di rivoluzione. C’è da dire però che in realtà l’elettrico per la Panda non sarebbe una novità. Infatti non tutti sanno che un primo modello con questa tecnologia è stato presentato da Fiat ben 33 anni fa.

Fiat, la Panda è già stata elettrica

Era dagli anni Ottanta che questa vettura spopolava in Italia. E nel 1990 la casa torinese era all’avanguardia nello studio di nuove tecnologie da adottare sui propri modelli. Si guardava già molto all’ambiente e l’elettrico sembrava poter essere un’alternativa più che valida. Allora i vertici dell’azienda, insieme ai propri ingegneri, pensarono di adottare questa motorizzazione proprio al modello più diffuso sulle nostre strade.

Nacque così la Panda Elettra, la prima vettura elettrica prodotta da una grande casa automobilistica. Creata in collaborazione con l’austriaca Steyr-Puch, era spinta non più da un motore 750 Fire ma da un propulsore elettrico da 9,2 kW di potenza, mentre l’energia elettrica veniva generata da dodici batterie al piombo da 6V collocate nel vano motore (due) e all’interno di un contenitore alla base del baule. Visto anche il peso decisamente maggiore della vettura, venne rinforzato l’impianto frenante, oltre a diverse modifiche apportate alle sospensioni, oltre a pneumatici più grandi.

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Una Fiat Panda degli anni ’90 (ANSA) – mondofuoristrada.it

Fu mantenuto il serbatoio della benzina, che venne utilizzato per alimentare un piccolo bruciatore collegato al radiatore dell’impianto di riscaldamento. La Panda Elettra possedeva un cambio a quattro marce e poteva raggiungere i 70 km/h con un passaggio 0-40 in 10 secondi e superare pendenze fino al 25%. Con una velocità di crociera media di 50 km/h, l’autonomia era sui 100 km. Inoltre aveva installato un dispositivo automatico di recupero dell’energia in frenata e discesa.

Una dotazione all’avanguardia

All’interno poi era diversa questa Panda quella in produzione in quegli anni. Innanzitutto non era più una vettura a quattro posto ma solo a due, e davanti, nella parte inferiore della plancia era posizionato il computer di bordo che forniva le info sullo stato di carica delle batterie. Inoltre aveva un suono di stazionamento che si attivava quando non veniva inserito il freno a mano con l’auto a motore spento. La macchina poteva essere ricaricata in 8 ore attaccandola semplicemente alla comune presa domestica da 220 V.

La Fiat poi ne presentò una versione aggiornata due anni dopo con un motore portato a 17,7 kW e batterie al piombo sostituite da elementi al nickel-cadmio e che rimase in produzione fino al 1998.

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