Formula Uno, ecco quali sono i peggiori team | Alcuni sono insospettabili

Competizione significa investire denaro in un progetto che potrebbe anche andare molto male: lo sanno i gestori di questi team di Formula Uno che…non sono andati tanto bene. Ecco i cinque peggiori di sempre.

Quando si tiene una competizione, ci sono due certezze sul suo esito: qualcuno arriverà primo e qualcun altro arriverà ultimo. Una dura legge di natura che nessuno può sperare di invertire: per questo se non siete convinti di avere la stoffa per partecipare ad una competizione forse non è il caso di farlo. Ecco alcuni team sfortunati, squattrinati o disorganizzati che hanno fatto una pessima figura nel campionato mondiale di corse più duro di tutti.

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Nonostante il nome altisonante la Lola Mastercard non impressionò nessuno (MondoFuoristrada.it)

Durare pochissimo

Quali sono le caratteristiche di un ottimo team di Formula Uno? Sicuramente una impeccabile organizzazione, una longevità che permetta alla squadra di affermarsi di stagione in stagione e ovviamente la capacità di portare a casa risultati. Nessuna di queste caratteristiche si applicano alle scuderie di oggi anche se la seconda è quella che mancò totalmente alla Lola Mastercard! Pochi conoscono questa scuderia con la livrea arancione che è la meno longeva della storia della competizione.

Il team sportivo Lola è una squadra britannica con una grande tradizione nata nel 1958: purtroppo, il suo tentativo di rilanciarsi nel mondo della F1 del 1997 andò malissimo. La squadra lanciò una partnership con Mastercard nel tentativo di creare una linea di carte di credito legata al mondo delle corse. I piloti Vincenzo Sospiri e Roberto Rosset fallirono la qualificazione al GP di Australia nel 1997. Poco dopo, il team si ritirò dalle corse per “ragioni finanziari” con un debito di 9,7 milioni di Dollari!

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Nessuna parentela con il Dodge Ram, ve lo garantiamo (MondoFuoristrada.it)

Arieti e levrieri

Altro grande fiasco, la britannica Ram corse in un periodo in cui accedere alle gare di Formula Uno era molto semplice rispetto ad oggi. Il team in ben due anni di attività tra il 1983 ed il 1985 riuscì a qualificarsi a soli tre gran premi ufficiali nonostante gli ottimi motori Cosworth, ottenendo come massima soddisfazione un ottavo posto al GP di Brasile con Johnatan Palmer alla guida della monoposto prima di ritirarsi dal business della competizione.

Dove il team britannico è riuscito almeno a qualificarsi ad un gran premio, una scuderia italiana dal nome prestigioso ha fallito anche a prendere parte ad una singola gara: si tratta di Trussardi, marchio di alta moda milanese che nel 1987 tenta inutilmente di esordire al GP di Monza con delle Benetton B186 con la livrea bianca. Il problema è che, clamorosamente male informati, i dirigenti del team non sanno di non poter partecipare con una monoposto non loro, venendo esclusi dal severo Bernie Ecclestone nonostante le proteste. Della monoposto Trussardi resta solo il ricordo, ad oggi…

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Non far correre un Levriero è una vera cattiveria! (MondoFuoristrada.it)

La peggiore di tutte

Molto più articolata e se vogliamo triste è la storia della tedesca Rial, una squadra di Formula Uno che parte alla grande nel 1988 prendendo come pilota di punta Andrea De Cesaris, imprevedibile e spesso disastroso ma capace anche di portare a casa risultati incredibili con vetture inferiori rispetto a quelle dei suoi avversari. Proprio De Cesaris porterà un momento di gloria alla scuderia nel GP di Detroit con un quarto posto assoluto. Sarà l’unica nota positiva di una scuderia che nei due anni successivi, per mancanza di fondi, sarà martoriata da guasti e ritiri fino all’addio alla F1 avvenuto nel 1989 dopo solo un anno di gare.

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Purtroppo la Life ebbe davvero una vita complicata nella competizione (MondoFuoristrada.it)

Chiudiamo con quella che al livello di tempi e prestazioni viene considerata la scuderia peggiore mai vista in F1, la Life di Ernesto Vita che però merita un plauso per il coraggio dimostrato nella creazione di un motore che, se avesse avuto abbastanza fondi, l’imprenditore italiano avrebbe senz’altro perfezionato. Il W12 della Life 190 che corse al mondiale del 1990 debuttando alle qualifiche del GP degli Stati Uniti sarebbe stato la vera croce della monoposto.

L’automobile infatti guidata da gente del calibro di Gary Brabham e Bruno Giacomelli fallì con tempi da record negativo tutte le qualifiche a cui prese parte quell’anno: la vettura era pessima perchè non c’erano sufficienti fondi per perfezionare l’assetto e i piloti erano spesso costretti a correre in condizioni impensabili. Le severe regole della FIA che voleva una monoposto sicura ed i gravissimi problemi di affidabilità fanno della L190 la peggiore monoposto a – non – aver mai preso parte ad un gran premio!

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