Notoriamente noi italiani siamo bravi a costruire due tipi di automobili: utilitarie e supercar sono le vetture che ci vengono meglio di chiunque altro! Ma abbiamo anche una pecora nera: è tra le peggiori auto sportive italiane
Cosa si prova a scoprire che il proprio paese è artefice di quella che probabilmente è la peggiore auto sportiva mai concepita? Forse le recensioni ci sono andate giù troppo pesante? Noi siamo convinti di no dato che tutte le riviste specializzate concordano su un solo fatto: questa berlina sportiva è stata un fallimento colossale che ha minato la reputazione di un marchio storico.
Il Tridente più amato
Quando si parla di automobili sportive famose non solo in Italia ma in tutto il mondo il marchio Maserati è sempre uno dei brand più in vista. Questa casa conosciuta pure come il Tridente dai suoi numerosi estimatori è attiva dal 1914 e in tempi non sospetti ottenne anche un titolo mondiale di Formula 1: era l’anno 1957 e a guidare la monoposto Maserati alla vittoria ci pensò il leggendario Juan Manuel Fangio che avrebbe presto vinto altri titoli.
Questo solo per farvi capire che il marchio in questione è un’eccellenza italiana, un brand che si è coperto di lustro in tutto il mondo…ma che purtroppo, a sentire il parere di esperti, riviste del settore ed acquirenti delusi che comprarono l’auto, ha anche subito un duro colpo alla propria reputazione presentando una particolare vettura che non avrebbe avuto il successo sperato.
Sembrava il futuro
Quando arrivò sul mercato mondiale nel 1981, la Maserati Biturbo sembrava il futuro della berlina di lusso sportiva. Dotata di una linea pulita ma allo stesso tempo aggressiva, elegante e molto comoda e lussuosa al suo interno, la vettura presentava numerose innovazioni dal punto di vista meccanico e motoristico a partire dal motore V6 dotato, appunto, di due turbocompressori indipendenti montati ciascuno su una bancata del propulsore.
L’auto derivava direttamente dalla coupé Merak, una sportiva che aveva avuto molto successo giusto dieci anni prima: le premesse insomma erano ottime e ad aggiungersi a tutti questi aspetti positivi, l’auto aveva un prezzo di lancio competitivo per l’epoca – circa 22 milioni di Lire – e il marchio prevedeva di produrre ben 5.000 unità l’anno, esportandole anche negli Stati Uniti. Un successo garantito in pratica.
Troppi problemi
Purtroppo per il Tridente, l’auto iniziò subito ad avere parecchi problemi a partire dal prezzo che per ritardi durante la fase di progettazione salì fino a 26 miliardi di Lire, annullando il vantaggio che la Biturbo aveva sulle rivali nel settore. Poi, arrivarono i problemi di affidabilità: a differenza della Merak, la Biturbo aveva problemi di ruggine piuttosto evidenti che comparivano anche su auto con pochi anni di età.
Come riporta il periodico Motor1.com inoltre, le auto destinate agli Stati Uniti vennero depotenziate a causa delle normative sulle emissioni. Un problema in più per motori che anche a causa dell’utilizzo di anelli di gomma sintetica nell’impianto di scarico tendevano a guastarsi molto spesso. L’auto insomma fu un insuccesso commerciale pur rimanendo in produzione per ben dieci anni e secondo alcuni esperti, portò al ritiro del marchio dal mercato americano fino al 2001: un fiasco totale!