Marc Marquez, l’accusa è tremenda: “Lo ha fatto sulla Honda”

Non si placano le polemiche attorno a Marc Marquez, il collega non fa marcia indietro e ribadisce le sue accuse al pilota spagnolo.

Nel bene o nel male si finisce sempre a parlare di Marc Marquez. Il pilota iberico è senza dubbio uno dei maggiori talenti che il Motomondiale abbia avuto la possibilità di ammirare nella sua storia. Il suo cammino è stato sensazionale al punto da far pensare che avrebbe potuto battere qualsiasi record stabilito precedentemente. D’altronde quando un ragazzo di 20 anni al primo anno di MotoGp riesce a vincere un mondiale, non c’è dubbio che possa solo avere margini di miglioramento se riuscirà a mantenere la stessa fame di vittorie e la razionalità.

Accuse pesanti su Marquez
Ancora accuse pesanti nei confronti di Marc Marquez – Ansa Foto – Mondofuoristrada.it

A Marquez la voglia di primeggiare non è mai passata ma forse gli manca da sempre la lucidità:  lo si è visto chiaramente nel 2015, quando la sua Honda era meno performante della Yamaha e pur di rimanere incollato ai rivali ha gettato le possibilità di lottare fino all’ultima gara al vento per forzare anche quando non ne aveva. Gli zeri ottenuti ad inizio campionato lo hanno allontanato da Lorenzo e Rossi e in quella stagione gli è rimasto solo il ruolo di variabile impazzita, ruolo che come ricordano tutti gli appassionati ha incarnato alla perfezione.

Dal 2016 al 2019 ha letteralmente dominato il mondiale, con il solo Dovizioso in grado di insidiarlo in gara e in una sola stagione anche per la vittoria del titolo. Nel 2020 però ha dato un’altra palese dimostrazione che la sua caparbietà e la sua mancanza di lucidita sono pari al suo sprezzo del pericolo e alla sua voglia di vincere. A Jerez, alla prima di campionato, ha forzato una rimonta che avrebbe avuto del clamoroso ma che lo ha portato ad un’uscita di pista e all’infortunio che poi lo avrebbe tenuto fuori dalla pista per il resto dell’anno. Conseguenza che è stata causata proprio dalla sua irrazionale voglia di primeggiare ad ogni costo: correndo sull’infortunio ha infatti peggiorato le sue condizioni fisiche.

Marquez, la pesante accusa di Jack Miller

Proprio la strafottente voglia di primeggiare di Marquez, pilota che non si preoccupa di poter buttare a terra un pilota con un ingresso troppo violento in curva e che non si cura delle regole del Mondiale (ricordate quando per fare ripartire la moto in griglia ha corso contromano?), ha fatto sì che gli altri lo vedessero non solo come un avversario ma anche come qualcuno di indigiesto sportivamente e umanamente.

miller accusa marc marquez
Jack Miller ribadisce le proprie critiche nei confronti dell’atteggiamento di Marquez – Ansa Foto – Mondofuoristrada.it

Quest’anno, il primo in cui pare che le sue condizioni fisiche siano tornate quelle di un tempo, ha fatto infuriare tutti quando pur di effettuare un sorpasso ha causato l’infortunio di Olivera e fa infuriare a turno ogni pilota della griglia a cui succhia la scia (in realtà ne sfrutta il riferimento perché la scia da sola non basterebbe a farlo andare più veloce) durante le prove pur di ottenere un piazzamento migliore in qualifica.

Insomma tutti sono stufi del suo comportamento e le continue lamentele nei confronti della Honda potrebbero portare la casa nipponica a scaricarlo prima della fine del contratto (prevista per novembre 2024). Non sappiamo se la strategia comunicativa di Marquez sia volta proprio a fare prendere questa decisione, ma ciò che è certo è che Jack Miller reputi il suo comportamento poco professionale.

L’australiano, tipo che non le manda a dire, lo ha detto tra le righe alla fine del GP di Germania e nonostante le polemiche suscitate dalle sue parole lo ha ribadito in conferenza stampa ad Assen: “Probabilmente potevo formulare il concetto in modo un po’ migliore, ma rimango fedele al 100% a ciò che ho detto. In fin dei conti, siamo tutti pagati per fare i motociclisti. Se la moto non è come dovrebbe essere, sei pagato per migliorarla“.

Il Miller pensiero – sicuramente condiviso da tantissimi piloti – è che per costruire una moto vincente non basta sbraitare e gettare fango sulla scuderia per cui si corre, ma serve lavoro, abnegazione e unione d’intenti con gli ingegneri e la dirigenza: “Il compito è venire qui e fare il proprio lavoro, non lamentarsi della moto, non trascinare nel fango l’azienda che ti paga molto bene. Per me non ha senso. Come ho detto, non è salutare per il campionato avere tutta questa negatività in giro”.

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