Monoposto di F1, che cilindrata hanno? Il dato che vi lascerà a bocca aperta

Le F1 sono tra le vetture in assoluto più potenti al mondo, ma solo pochi conoscono la cilindrata di queste splendide monoposto.

Dal 1950 a oggi non ci sono dubbi che il mondo del motorsport ha visto nella F1 come la competizione più importante e affascinante. I duelli in pista tra i grandi piloti di ogni epoca hanno tenuto con il fiato sospeso gli spettatori di tutto il mondo, anche grazie alla potenza di queste automobili.

Che cilindrata hanno le F1?
Monoposto di F1, la cilindrata vi stupirà (Fonte: Ansa Foto)

La prima grande automobile che entrò nella storia del mondo della F1 è stata l’Alfa Romeo 158, la vettura che vinse il Mondiale del 1950. Si trattò di un dominio assoluto della casa meneghina, con il duello che fu interno tra Nino Farina e Juan Manuel Fangio che si spartirono tutti i Gran Premi.

I motori del tempo erano dei potentissimi V12 da 4000 di cilindrata, anche se peccavano per quanto riguardava i cavalli. La prima storica Ferrari apparsa in un circuito di F1, la 275, erogava un massimo di 300 cavalli e la sua velocità di punta era di 280 km/h.

Durò però ben poco il periodo dei V12 da 4000 di cilindrata, infatti già nel 1952 la Ferrari 500 F2 montava un semplice 4 cilindri da 2000 di cilindrata, che si rivelò però vincente. Per due stagioni la Rossa infatti trionfò con il leggendario e sfortunato Alberto Ascari.

I cambiamenti proseguirono ancora per molti anni, con la cilindrata più bassa in assoluto che ci fu nel 1961, quando vinse ancora la Ferrari con lo statunitense Phil Hill, con il motore che era un 4 cilindri da 1500 di cilindrata.

Dal V12 ai motori ibridi odierni: i cambiamenti della F1

I motori avevano bisogno di essere potenziati e la grande rivoluzione avvenne negli anni ’70, quando la Ferrari 312 T di Niki Lauda, che tornò alla vittoria dopo undici anni, montava un V12 da 3000 di cilindrata. Questo cambiamento rimase invariato per diversi anni, prima del crollo degli anni ’80.

Evoluzione della cilindrata in F1
I cambiamenti nel tempo delle cilindrate di F1 (Fonte: Ansa Foto)

In questo decennio infatti si videro prettamente delle auto con 1500 di cilindrata, mentre si tornò a sentire il rombo incessante dei motori tra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo Millennio. Un certo Michael Schumacher costruì i suoi successi su automobili che montavano dei motori V10 da 3000 di cilindrata, prima della rivoluzione del 2006.

Nel suo ultimo anno con il Cavallino Rampante, il Kaiser correva sulla 248 F1 con V8 e 2400 di cilindrata e fu sempre questo il motore utilizzato l’anno seguente da Kimi Raikkonen per vincere il suo ultimo titolo con la Ferrari. Questo assetto rimase invariato fino al 2013 prima della grande rivoluzione dei motori ibridi.

Si è trattato di un cambiamento davvero epocale, infatti si è tornato a dei V6 da 1600 di cilindrata, ma che sono comunque in grado di erogare un massimo di 745 cavalli. Nel 2026 non si sa quali saranno i cambiamenti, anche se Domenicali ha già annunciato che si avrà a che fare con dei motori molto più rumorosi. Chissà che non ci possa essere un’inversione di rotta e si possa così tornare a una F1 ancora più potente come un tempo.

Impostazioni privacy