Il Gruppo Stellantis è costretto a correre ai ripari con un piano di ridimensionamento del personale. Centinaia di lavoratori resteranno a casa.
Sono bastate poche ore dall’istituzione dei dazi del 25% in USA su tutte le auto provenienti dall’estero, per scatenare il panico. Le misure protezionistiche sono sembrate estreme nello scenario attuale dell’economia, ma rappresenta l’unico metodo che rimane a Donald Trump per sperare in degli investimenti stranieri sul territorio. Se i principali costruttori costruiranno impianti e daranno lavoro agli americani sul suolo americano a quel punto la mossa sarà risultata vincente. Il rischio per le realtà europee è ritrovarsi con cali nei fatturati, ulteriori licenziamenti e problemi statali.
Stellantis si è impegnata a lasciare il lavoro agli italiani ma, per ora, son arrivate altre notizie inquietanti. Il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA ha deciso di licenziare, temporaneamente, 900 dipendenti in cinque siti americani a causa della chiusura di alcuni suoi stabilimenti in Canada e Messico. I dazi potrebbero trasformarsi in un effetto a catena nocivo per tutte le parti in causa.
Stellantis ha scelto di chiudere per due settimane, a partire da lunedì prossimo, l’impianto canadese di Windsor, dove si fabbricano modelli come la Chrysler Pacifica e la nuova Dodge Charger Daytona, oltre a un altro stabilimento in Canada, a Brampton, per dei lavori di ristrutturazione. I vertici del Gruppo europeo hanno deciso lo stop anche in Messico per un mese, nella fabbrica di Toluca, dedicata alla produzione di diversi prodotti quali le Jeep Compass e Wagoneer S.
Le chiusure producono effetti su cinque impianti statunitensi dedicati alla produzione di motori, trasmissioni e altre componenti. Per questo motivo è arrivata la decisione di licenziare temporaneamente 900 lavoratori impiegati tra Warren, Sterling Heights e tre strutture a Kokomo. I dazi avrebbero potuto, ulteriormente, incancrenire un mercato saturo e al collasso. I manager, tra cui John Elkann, hanno più volte sollevato il timore degli effetti su larga scala aveva espresso preoccupazioni e lanciato allarmi.
Nessuno è stato in grado di convincere Trump. Antonio Filosa, responsabile della regione nordamericana di Stellantis, ha cercato di rassicurare i dipendenti: “Con le nuove tariffe del settore automobilistico ora in vigore, ci vorrà la nostra resilienza e disciplina collettiva per superare questo momento difficile, ma ci adatteremo rapidamente a questi cambiamenti politici e proteggeremo la nostra azienda“. Parole che rappresentano solo una consolazione in una fase dove regna sovrano il caos.
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