I giganti europei preoccupati. Dalla Cina arriva una batosta pesantissima. Stellantis e gli altri iniziano a tremare
Negli ultimi anni gli investimenti della Cina nell’industria dei motori si sono notevolmente intensificati. Il paese del Dragone ha lavorato intelligentemente con l’obbiettivo di farsi largo nel mercato internazionale e di contrastare il dominio asiatico di Corea e Giappone.
Per farlo ha scelto la politica spesso utilizzata dal paese in altri settori, quella di offrire le migliori automobili possibili al minor prezzo sostenibile. Il risultato è stato un netto aumento dei numeri e un decollo delle quotazioni delle vetture cinesi sul mercato internazionale.
Alcuni fattori sono poi andati in favore della Cina e hanno facilitato la rincorsa di Pechino. La prima è ovviamente la difficile transizione verso le automobili elettriche che ha certamente rallentato i colossi europei e del resto dei competitor asiatici.
La Cina ha saputo capitalizzare nel miglior modo possibile la diffusione delle auto a bassa sostenibilità ambientale ed è riuscita ad avere una posizione di dominio nel commercio internazionale di auto elettriche e soprattutto dei materiali utilizzati per la realizzazione delle batterie utilizzate per questo tipo di automobili.
Rispetto ad altri paesi, inoltre, la Cina non ha subito rallentamenti nella catena di approvvigionamento o carenze di semiconduttori, e ha quindi potuto continuare a lavorare spedita approfittando degli stop forzati di altri stabilimenti.
Un’altra carta vincente, è stata quella di puntare sul settore dei SUV. Oggi questi modelli sono amatissimi dagli appassionati, e la Cina ha investito in modo particolarmente deciso su questo segmento, posizionandosi tra i paesi leader.
L’avanzata dell’industria cinese preoccupa, e non poco, i competitors. I risultati sono infatti eccellenti. Nel primo trimestre del 2023 il paese del Dragone ha addirittura superato il Giappone come principale esportatore di auto al mondo. Meglio dei colossi europei come Germania, Gran Bretagna, Francia o Italia, meglio degli Stati Uniti. In questi primi tre mesi, meglio anche del “rivale” nipponico con oltre tre milioni di veicoli esportati.
Oltre ai numeri imponenti, preoccupa la crescita di credibilità dell’industria cinese e di affidabilità dei modelli, che oggi non hanno niente da invidiare ai brand più blasonati. La politica cinese, soprattutto sull’elettrico, insomma, non fa dormire sonni tranquilli ai grandi giganti dell’automotive.
Rispetto al 2021, S&P Global ha rilevato una crescita del 57% rispetto al 2021 della vendita di automobili cinesi. Nei primi tre mesi di quest’anno è stata raggiunta una crescita del 76% delle esportazioni. su base annua a circa 1,5 milioni, occupando il primo posto nella le classifiche mondiali.
I numeri, insomma, parlano chiaro. Riuscirà l’Europa a contrastare il dominio della Cina?
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