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La Cina ha teso una trappola all’auto europea: ci siamo cascati tutti

L’elettrico sembra rappresentare il futuro del mondo dei motori, nonostante sembra essere ancora difficile riuscire a smuovere parte degli scettici. C’è chi ritiene però che le decisioni prese dall’Unione Europea non siano state così autonome.

La data è ormai decisa e sembra essere piuttosto difficile riuscire a fare il dietrofront. Nel 2035 il commercio di auto sarà solo elettrico ed è verso questa strada che si stanno muovendo tutte le case automobilistiche. Già da ora sul mercato sono presenti diversi modelli, in modo tale da poter accontentare le richieste di tutti, con prezzi che sono destinati a diventare sempre più concorrenziali.

Auto elettrics in ricarica – Foto | Mondofuoristrada.it

Nonostante tutto, secondo un recente studio realizzato dall’Osservatorio Autopromotec, riuscire a rinnovare il parco vetture in circolazione non sarà così semplice. Se i risultati saranno confermati, infatti, tra poco più di un decennio due terzi delle vetture saranno ancora a benzina o diesel. Una scelta che può avere due motivazioni: da un lato l’impossibilità di sostenere la spesa richiesta per sostituire una macchina, dall’altro la scarsa fiducia nei confronti dell’elettrico, soprattutto da parte di chi è abituato a fare ogni giorno chilometri per motivi di lavoro.

Non a tutti l’elettrico piace

In molti sono ancora restii ad acquistare l’elettrico e sembrano avere questa opinione soprattutto per due motivazioni. Da un lato, la scarsa fiducia nei confronti dell’autonomia dichiarata dalla casa automobilistica, nonostante tutte le aziende abbiano deciso di rendere più efficienti i veicoli da questo punto di vista. Dall’altro lato, i costi da sostenere in fase di acquisto: troppo spesso, infatti, la versione a benzina o diesel dello stesso modello risulta più conveniente.

Almeno per ora tanti preferiscono quindi attendere e rinviare la propria fase di transizione, ben sapendo che l’obbligo ufficiale non è ancora entrato in vigore. Anzi, c’è chi si augura che possa esserci un’ulteriore proroga. Se questo dovesse accadere, molti potrebbero quindi continuare a utilizzare il mezzo che hanno fino a quel momento a meno che non necessiti di una sostituzione per gravi motivi.

Il rischio concreto, però, è di ritrovarsi ancora una volta con un parco auto vecchio e quindi non così favorevole per l’ambiente.

L’Europa “fregata” dalla Cina

Arrivare al 100% elettrico in fase di vendita potrebbe non essere però così esente da conseguenze, non solo per le case automobilistiche, ma anche per gli stessi utenti. A lanciare l’allarme a riguardo è Andrea Taschini, manager e analista del settore auto, che ha avuto modo di lavorare in realtà importanti quali Brembo, Bosch e Sogefi.

A suo dire la decisione dell’Unione Europea di puntare su questo genere di sollecitazione non sarebbe arrivata in maniera autonoma. “Questa idea nasce da un forte lavoro delle lobby di Pechino – ha detto a Ilgiornale.it -. La loro industria ha dimostrato di non essere in grado di sviluppare motori endotermici puliti, capaci di rispecchiare le stringenti norme vigenti in Europa in materia di emissioni. Questo li ha spinti a sottolineare quanto le vetture elettriche possano rappresentare il futuro, ma in realtà lo hanno fatto perché sono in possesso quasi esclusivo di tutte le materie prime necessarie per costruire batterie e motori elettrici”.

Tanti dubbi sul futuro dell’elettrico – Foto | Mondofuoristrada.it

L’Europa, secondo Taschini, non avrebbe quindi compreso quali potessero essere gli interessi economici della Cina in questo modo di agire: “Gli Europei ci sono cascati e hanno costruito una possente rete di ricarica – ha detto ancora -. A guadagnarci sono stati proprio i cinesi, che hanno prodotto una serie di vetture low cost, sempre più presenti in Europa, proprio per i loro costi accessibili. Niente è stato lasciato al caso da loro”.

La strada tracciata non sembra essere comunque irreversibili: “Io penso che i motori endotermici avranno lunga vita nel mondo e in Europa. L’elettricità è solo un vettore, non una fonte energetica. È necessario produrla, per questo serviranno ancora per decenni gli idrocarburi. Non ci sono materie prime sufficienti per trasformare in elettrico il parco auto mondiale” – ha concluso.

Ilaria Macchi

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